Il Vangelo di Verità
1. Il Vangelo della Verità è gioia per coloro che hanno ricevuto dal Padre della
Verità la grazia di conoscere Lui per mezzo della potenza del Logos, uscito dal
Pleroma e immanente nel Pensiero e nella mente del Padre. Questi è colui che è
chiamato "il Salvatore", perché tale è il nome dell'opera che egli deve compiere per
la salvezza di coloro che non hanno conosciuto il Padre. Perciò il termine "vangelo"
è rivelazione di speranza: esso è una scoperta per coloro che cercano Lui.
2. Il Tutto si è dato alla ricerca di Lui, dal quale è uscito. Il Tutto si trovava dentro
di Lui, l'inafferrabile, l'impensabile, al di sopra di ogni concetto. E l'ignoranza a
proposito del Padre produsse angoscia e terrore. L'angoscia divenne densa come
nebbia, tanto che nessuno poteva vedere. Per questo motivo l'Errore divenne potente:
plasmò la sua sostanza con il vuoto, ignorando la verità, e prese dimora in una
finzione, creando con bell'artificio qualcosa che sostituisse la verità.
3. Questo non ha comportato un'umiliazione per Lui, l'inafferrabile, l'impensabile,
perché l'angoscia, l'oblio e la finzione dell'Errore non erano nulla, mentre la Verità è
salda, inalterabile, e non suscettibile di bellezza. Disprezzate pertanto l'Errore. Così è
di esso: non avendo radice, si è trovato immerso in una nebbia, a proposito del
Padre, dedicandosi a preparare opere, oblii e terrori per fuorviare quelli del mezzo e
farli prigionieri. Ma l'oblio che è proprio dell'Errore non era manifesto: l'oblio non è
entrato nell'esistenza per mezzo del Padre, benché sia stato generato a causa di lui.
Invece, ciò che è entrato nell'esistenza per mezzo del Padre è la conoscenza, la quale
fu manifestata perché l'oblio scomparisse ed essi potessero conoscere il Padre. L'oblio
infatti esisteva perché essi non conoscevano il Padre. Ma appena il Padre sarà
conosciuto, immediatamente l'oblio non esisterà più. (....)